Che cos'è l'elettrosensibilità? E come si manifesta? Si presenta come un insieme di disturbi fisici e/o psicologici che una persona afferma essere dovuti alla presenza di campi elettrici, magnetici e elettromagnetici. I sintomi più comuni sono: cefalee, insonnia, debolezza, fiacchezza, dolori localizzati e diffusi simili a quelli dell'influenza, eruzioni cutanee, disturbi della vista, dell'equilibrio, sbalzi di pressione, alterazioni dell'umore e stati d'ansia.
E' anche detta "Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici" (in inglese Electromagnetic Hypersensitivity o EHS) e non è riconosciuta come una vera malattia dall'OMS e dalla comunità scientifica. Però ci tengo a sottolineare che non siamo fisiologicamente tutti uguali e che quello che su qualcuno non fa effetto, su altri purtroppo potrebbe. I campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici sono ovunque intorno a noi. Possono essere classificati ad ALTA frequenza e a BASSA frequenza. I primi sono generati da cellulari, cordless, sistemi WI-FI, ripetitori radio-televisivi e di telefonia mobile. I secondo sono generati da elettrodotti, comuni apparecchiature elettriche domestiche e persino gli impianti elettrici domestici.
Stime di diffusione
L'OMS ha fornito alcune stime sulla prevalenza dell'EHS nella popolazione generale: una stima realizzata da centri di medicina del lavoro ha mostrato una prevalenza di pochi soggetti per milione nella popolazione.
Da un'indagine realizzata da gruppi di autosoccorso, nati spontaneamente sulla base della necessità, ha fornito una stima decisamente più elevata. A queste incertezze si aggiunge anche una certa disparità geografica nell'incidenza: essa risulta più elevata in Svezia, Germania e Danimarca rispetto al resto d'Europa. Sono stati condotti diversi studi per cercare di comprendere questo fenomeno ed è emerso che gli individui ipersensibili non sanno distinguere l'esposizione ai CEM meglio degli individui non ipersensibili. Studi condotti in "doppio cieco" hanno escluso che i sintomi lamentati fossero correlati all'esposizione ai CEM. Questi studi suggeriscono che i sintomi lamentati da soggetti ipersensibili possano derivare da fattori ambientali NON collegati direttamente ai Campi elettromagnetici. Tra questi fattori ci sono:
la cattiva qualità dell'aria negli ambienti domestici o di lavoro,
lo stress,
lo sfarfallio della luce,
problemi legati agli schermi ed altro.
Non si esclude che in qualche caso tali sintomi possano essere dovuti a condizioni di difficoltà di percezione, oppure al forte stress psicologico dovuto proprio alla paura dei Campi elettromagnetici.
Ad ogni modo, sebbene l'OMS non la consideri una vera patologia, e sebbene escluda un collegamento fra sintomi e CEM, riconosce la veridicità dei sintomi lamentati e il potenziale FATTORE DISABILITANTE per quelli più seri. In altre parole, si tratta di un problema serio che merita attenzione.
Soluzioni
Quali possono essere le soluzioni?
Ovviamente, eventuali diagnosi e terapie sono approcci di tipo medico ed è esempre meglio rivolgersi al proprio medico di fiducia o ad uno specialista. In ogni caso può essere una buona idea effettuare delle misurazioni dell'intensità dei CEM presso la propria abitazione o sul luogo di lavoro. Si tratta di un tipo di misura semplice, veloce ed economico che permette di capire se i livelli di esposizione rispettano i limiti di legge e i valori considerati pericolosi per la salute umana. Questo perché, elettrosensibilità o meno, oltre una certa intensità i campi elettromagnetici sono pericolosi per tutti. A seconda dei risultati, è possibile poi intervenire con degli accorgimenti e delle soluzioni tecniche per ridurre l'intensità e l'esposizione. La soluzione però dipende dall'intensità e dalla provenienza, a titolo di esempio esesistono tendaggi con armature metalliche, vernici con grafite, gabbie di Faraday; però bisogna analizzare caso per caso, per trovare la soluzione più idonea.
Per chi fosse interessato l'A2C da diversi anni si occupa di misurazioni e anche risanamento da campi elettromagnetici.