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Come gestire i rifiuti nucleari?
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rifiutiIl Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi è un argomento che fa molto discutere. In particolare, dalla pubblicazione della CNAPI, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il Deposito, stiamo assistendo a numerose e prevedibili polemiche in merito.
Ma che cos'è il Deposito Nazionale dei Rifiuti radioattivi? A cosa serve? E dove verrà realizzato?

 

 

Come si può leggere dal sito ufficiale del Deposito Nazionale, raggiungibile dal link: 

https://www.depositonazionale.it

si tratta di un’infrastruttura ambientale di superficie per la sistemazione DEFINITIVA e in SICUREZZA dei rifiuti radioattivi.

Per chi non lo sapesse, i rifiuti radioattivi vengono prodotti non solo dalle centrali nucleari (peraltro dismesse da anni in Italia) ma anche da attività di medicina nucleare, da alcune attività industriali e da particolari attività di ricerca scientifica. 

rifiutiAttualmente, questi rifiuti vengono stoccati in più di 20 depositi temporanei sparsi per il Paese. Depositi che comunque hanno una capacità molto limitata e che non sono idonei né per lo stoccaggio a lungo termine né per lo smaltimento. L'articolo 4 della Direttiva 2011/70/EURATOM stabilisce che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati: e questo è il motivo per cui abbiamo bisogno del Deposito Nazionale unico. Tale direttiva è stata recepita in Italia mediante il Decreto Legislativo 45/2014, più il Decreto Ministriale 7 Agosto 2015, e suddivide i Rifiuti Radiattivi in 5 categorie, in linea con i più moderni standard internazionali definiti dalla IAEA. 

Abbiamo quindi: rifiuti radioattivi a vita media molto breve; rifiuti ad attività molto bassa; rifiuti a bassa attività; media attività e alta attività. Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, la summenzionata direttiva EURATOM, stabilisce che ogni Stato Membro deve dotarsi di un Deposito Nazionale per lo smaltimento definitivo dei rifiuti ad attività molto bassa e bassa, nonché per lo stoccaggio PROVVISORIO dei rifiuti a media e alta attività. Per queste ultime due categorie sono allo studio depositi geologici PROFONDI, e non di superficie come il Deposito Nazionale, anche comuni a più Stati Membri Giusto per fornire alcuni dati, in Italia risultano circa 91.000 metri cubi di rifiuti radioattivi da smaltire di cui quasi 38.000 sono ad attività molto bassa e quindi più veloci e facili da smaltire. I rifiuti ad alta attività sono circa 50 metri cubi.


Perché invece di costruire un Deposito Nazionale non stocchiamo questi rifiuti semplicemente nelle vecchie centrali nucleari?

Il motivo è semplice: si tratta di strutture con una limitata capacità ricettiva, attualmente in fase di decommissioning (cioè smantellamento) e quindi non adatte allo scopo. Dettoquesto, il Deposito occuperà un'area di 110 ettari, più un parco tecnologico di 40 ettari destinato ad attività di ricerca. Nel Deposito verranno stoccate DEFINITIVAMENTE circa 78mila metri cubi di rifiuti a molto bassa e bassa attività e 17mila metri cubi di rifiuti a media e alta attività in via TEMPORANEA, per poi essere spostati in un deposito geologico apposito.


Le barriere di contenimento sono state progettate per isolare completamente i rifiuti dall'ambiente esterno, e garantiscono una tenuta per oltre 300 anni. A quel punto, la radioattività dei rifiuti stoccati sarà diminuita fino a livelli tali da non rappresentare più una minaccia per l'ambiente e la salute umana. Le barriere di contenimento saranno 4:

1) I manufatti: contenitori metallici sigillati in cui sono contenuti i rifiuti radioattivi, utili per il trasporto in sicurezza;

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2) I moduli: sono dei box di 3 m x 2 m x 1,7 m in calcestruzzo speciale nelle quali verranno sigillati i manufatti contenenti i rifiuti per oltre 300 anni;

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3) Le celle: sono strutture in calcestruzzo speciale di 27m x 15,5 m x 10 m che avvolgeranno i moduli per oltre 300 anni;

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4) La collina multistrato, quarta e ultima barriera, consistente in una collinetta artificiale fatta di vari materiali, per tombare le celle e impedire l'ingresso di acqua nel Deposito oltre che a migliorare l'impatto visivo della struttura.

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E' importante sottolineare che questo Deposito ospiterà solamente i rifiuti prodotti in Italia, compresi quelli prodotti per i prossimi 50 anni. Ovviamente, la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad ospitare il sito ha suscitato molte polemiche e tanta preoccupazione nella popolazione che risiede nei territori interessati. Purtroppo, la parola "nucleare" evoca immediatamente scenari molto preoccupanti, a causa di tanta disinformazione e di scarsa dimestichezza con queste tematiche. Intanto, è bene specificare che tale Carta riporta tutti i siti ritenuti idonei ma che alla fine il sito scelto sarà solo uno. La procedura di selezione è tutt'ora in corso, dal momento che si stanno svolgendo le consultazioni pubbliche per consentire a tutti i soggetti e le comunità interessate di essere adeguatamente informate e, soprattutto, di consentire loro di produrre osservazioni pubbliche e partecipare all'iter procedurale. Come potete immaginare, nessuno vuole questo Deposito in casa propria e sia le Regioni che i Comuni coinvolti intendono dare battaglia. Noi possiamo solamente far notare che siamo responsabili dei rifiuti che produciamo. Oltretutto, è molto più sicuro smaltire i rifiuti radioattivi in un Deposito ad hoc, anche dietro casa, piuttosto che in tanti siti temporanei, non idonei e vicini ai centri abitati. Senza contare che la mancata realizzazione di questo sito ci è costata tra i 100 e i 400 milioni di euro all'anno.

Se vi state chiedendo com'è possibile, sappiate che parte degli oneri di sistema che paghiamo nelle bollette della luce vanno proprio a coprire le spese per mantenere i depositi temporanei di cui parlavamo prima. Ci sono quindi molte buone ragioni per vincere pregiudizi e rimostranze e fare le cose come si deve.

 

Sito di approfondimento dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA):

https://www.iaea.org/

 

Per approfondimento:

 

Podcast:

Ultimo aggiornamento Lunedì 11 Settembre 2023 10:54